Per tutti al di là degli steccati
San Donato è ancora bella, ma stiamo tutti assistendo
alla sua decadenza: opere pubbliche mal fatte o lasciate per anni a metà, altre
- più volte annunciate - che non iniziano mai, progetti importanti per il
futuro della città o per alcuni quartieri continuamente rinviati, impianti
sportivi lasciati deperire per carenza di manutenzione e alla fine chiusi, il piccolo
commercio, che dà lavoro e vivifica la città - già messo in grave difficoltà
dalla crisi - che appare dimenticato e, talora, persino oppresso
dall’Amministrazione Comunale.
San Donato ha
bisogno di tornare a vivere e ad essere la città laboriosa, solidale, aperta e
altamente vivibile che ci ha visto crescere, che ci ha accolto e che abbiamo
scelto.
Per questo, per la città che amiamo, abbiamo fatto
insieme una grande scommessa: unire persone che, pur con storie diverse,
decidano di mettere in comune proposte,
competenze e voglia di fare per il bene di tutti in un grande progetto
civico e trasversale, aperto a tutti i
cittadini.
Questo è ciò che conta davvero.
Via gli individualismi, via i personalismi: si sta
insieme perché quello che ci accomuna è più forte di ogni differenza, di ogni
partito o simbolo. Perché ciò che conta davvero è rilanciare San Donato, dopo
anni di totale inerzia.
Abbiamo una chiara visione della città, abbiamo
progetti, sappiamo dove questa città può andare, sappiamo come può raggiungere
i suoi obiettivi perché conosciamo San
Donato, la viviamo e la amiamo!
Questo manifesto è frutto del lavoro di sintesi di
suggerimenti, osservazioni e istanze raccolte direttamente tra i cittadini, le
associazioni, le categorie sociali ed economiche, ma non è un programma chiuso:
vuole infatti essere la nostra presentazione alla città e l’inizio di un lavoro aperto a tutti sandonatesi che hanno deciso di
impegnarsi in prima persona, finche siamo in tempo, nell’opera di ricostruzione
e rilancio di una città di cui andar fieri.
Bellezza e Lavoro
Un grande uomo, Peppino Impastato, diceva “Per sconfiggere la paura e la rassegnazione,
bisognerebbe educare la gente alla bellezza”. Per questo la bellezza non è un bene complementare,
di cui si può fare a meno: è un bene primario, che fa amare le cose ben fatte,
dà il coraggio di difenderle e la spinta per riconquistarle quando sono
perdute.
Per una città la bellezza non è solo qualità della
vita: è anche lavoro, perché una
città bella e vivibile attrae e fa
vivere le iniziative economiche in tutti i settori. Per questo San Donato
deve tornare ad essere una città fiorente, verde, sportiva.
Occorre creare un circolo virtuoso:
una città più bella e accogliente è una città maggiormente vissuta dai suoi
cittadini e diviene - già solo per questo - più sicura, favorisce l’insediamento
e la permanenza di aziende, artigiani, commercianti, professionisti e di ogni
altra attività economica che ruota intorno alla città.
La bellezza aiuta anche a ricreare il senso di
appartenenza, la fierezza di vivere nella città modello fondata da Mattei, con
l’orgoglio del passato ma proiettati verso un futuro che consenta a San Donato essere
protagonista per non rischiare di trasformarsi, come sta avvenendo negli ultimi
anni, in un delle tante anonime periferie della grande metropoli.
Partecipazione, solidarietà e responsabilità
Partecipazione, solidarietà e responsabilità sono gli
elementi fondanti di ogni comunità e costituiscono le linee guida, il metodo,
della nostra iniziativa per ridare bellezza
e con essa opportunità di lavoro alla
città.
Partecipazione significa impegnarsi in prima persona per il bene
comune e anche non trasformare l’amministrazione in una torre d’avorio
inaccessibile, rendendola invece programmaticamente
aperta all’ascolto delle istanze dei cittadini, consentendo a tutti di
sentirsi parte dell’opera comune anche solo con segnalazioni, domande o
proposte.
Solidarietà significa profonda attenzione da parte di chi
amministra la città a chi è più debole e alle situazioni di disagio e anche
favorire tutte le forme di aiuto reciproco e d’impegno civico che sono presenti
all’interno della città, senza pretese dirigistiche;
Responsabilità significa che chi amministra deve rispondere ai
cittadini di quel che fa (o non fa) e anche rendere responsabili i singoli e le
associazioni nell’opera di salvaguardia e miglioramento della città.
Che fare
Nelle attuali condizioni, anche economiche della
nostra città, perseguire gli obbiettivi della bellezza e del lavoro
con il metodo della partecipazione
della solidarietà e responsabilità significa fare:
- Attenta e costante manutenzione dell’esistente, a partire dai plessi scolastici di proprietà comunale (oltre a strade, marciapiedi, verde pubblico, aree ludiche per bambini, piste ciclabili), nella convinzione che conservare costa meno che lasciare degradare e dover poi rifare tutto di nuovo. In questa direzione devono essere eseguiti controlli costanti e approfonditi sui lavori, sia in corso di esecuzione, sia dopo la consegna, anche con la collaborazione dei cittadini, che dovranno essere messi in condizione di segnalare situazioni di degrado, malfunzionamenti, ritardi, lavori mal fatti e ricevere dall’amministrazione risposte concrete e puntuali;
- Concentrare le risorse disponibili su poche “grandi opere”, decisive per salvare dal degrado alcune zone della città e rinnovare il volto di San Donato. Pensiamo in particolare: alla riqualificazione di Certosa in armonia con le istanze dei suoi abitanti e senza progetti imposti dall’alto; alla realizzazione del parco della Campagnetta, con la bonifica dei terreni, per dare un polmone verde a un quartiere che ne è privo; al salvataggio degli impianti sportivi del Parco Mattei, dove, senza progetti faraonici è certamente possibile coinvolgere i privati nella riqualificazione degli impianti esistenti, con la realizzazione di una piscina coperta da 25 metri simile a quella di via Parri, utilizzabili in determinate fasce orarie con tariffe agevolate dalle associazioni sportive sandonatesi; alla sistemazione (finalmente!) del pratone, anche qui con un progetto semplice, che preveda molti alberi, sentierini in terra battuta, aree giochi, adeguata illuminazione e che sarà sempre possibile migliorare disponendo di maggiori risorse;
- Aiutare i piccoli commercianti a resistere alle crisi, perché i negozi di quartiere, le edicole dei giornali, gli esercizi artigianali offrono servizi ai cittadini, danno lavoro, rendono viva la città e così contribuiscono anche alla sicurezza di tutti. Questo aiuto parte da cose molto semplici, come non accanirsi su un’insegna per ottenere subito un modesto gettito fiscale in più (col rischio di perderne dieci volte tanto perché l’attività commerciale colpita chiude), prestare attenzione all’impatto dei lavori stradali sulle attività commerciali, semplificare la concessione di licenze e permessi, coordinare feste ed eventi organizzati o patrocinati dall’Amministrazione Comunale con i commercianti e favorire l’organizzazione di eventi di via o di zona, per promuovere le attività commerciali;
- Favorire l’insediamento e la permanenza sul nostro territorio di attività produttive, principalmente attraverso la creazione di uno sportello imprese votato allo snellimento delle pratiche burocratiche e, nei limiti del possibile, fiscalità di vantaggio. Pensiamo inoltre di organizzare il trasporto pubblico locale anche in funzione delle esigenze dei dipendenti delle aziende (non solo ENI) presenti sul territorio (per rendere San Donato appetibile per le imprese anche per la facile raggiungibilità degli insediamenti produttivi). In quest’ambito, appare molto utile l’istituzione, possibilmente in collaborazione con le realtà produttive maggiormente interessate (ENI, Policlinico, alberghi, etc.), di un servizio navetta pubblico tra San Donato e Linate (che è vicinissimo, ma non è collegato direttamente alla nostra città con mezzi pubblici);
- Rendere la città più sicura con interventi concreti e possibili, come la bonifica delle aree degradate, il miglioramento dell’illuminazione notturna, telecamere messe in rete, “sentinelle” di quartiere, inflessibilità sugli accampamenti abusivi;
- Riorganizzare e rendere più efficiente i servizi cittadini di trasporto pubblico, oggi principalmente prestato da vecchi ingombranti autobus, che viaggiano vuoti o semivuoti, con orari spesso aleatori. Il primo passo in questa direzione è quello di installare alle fermate paline che indicano il tempo di attesa del mezzo in arrivo (sembra poco, ma è fondamentale per chi usa i mezzi pubblici in una piccola città, perché fa sapere agli utenti se vale la pena di aspettare l’autobus o andare a piedi e non richiede grandi investimenti). Il secondo passo è quello di un recupero tariffario: c’è una grande differenza tra il non incassare nulla dai biglietti perché quasi nessuno li usa, non si sa neppure dove comprarli e non ci sono controlli e incassare magari poco con tariffe contenute, ma pagate da tutti o quasi, pena la multa. Il terzo passo è istituire finalmente, il sempre promesso ma mai realizzato, servizio di miniautobus a chiamata, che nella nostra realtà comporta certamente un uso più razionale delle risorse e, quindi, risparmi;
- Fornire spazi, servizi e (nei limiti del possibile) contributi alle associazioni di volontariato che operano con i soggetti deboli, per favorire un welfare di prossimità diffuso e capillare, valorizzando le tante persone che a san Donato si impegnano gratuitamente per gli altri;
- Oculata, giusta ed efficiente gestione degli alloggi di proprietà comunale, per dare la migliore risposta possibile alle emergenze abitative;
- Prestare grande attenzione all’associazionismo sportivo sandonatese e agli oratori, per favorire la pratica sportiva e sane forme di aggregazione giovanile, concentrandosi in modo particolare sull’impiantistica sportiva di base, possibilmente collegata con centri di aggregazione giovanile;
- Rendere più semplice ed efficiente la raccolta differenziata, soprattutto dei rifiuti ingombranti non raccolti porta a porta;
- Istituire una consulta permanente tra Amministrazione Comunale e Scuole (comunali, statali e non statali), dai nidi di infanzia alle superiori, per individuare e porre in atto ogni possibile forma di collaborazione del Comune a favore degli istituti scolastici (esigenze manutentive, problemi derivanti dalla sicurezza o dalla viabilità, partecipazione a bandi che erogano fondi per progetti specifici, etc.);
- Formare consulte di quartiere e di settore (ad esempio: associazioni di volontariato, di commercianti e artigiani, sportive) per ascoltare sistematicamente la città e raccoglierne le richieste, senza calare progetti dall’alto.
Cosa NON fare
X Programmi
irrealizzabili nelle attuali condizioni economiche, che promettono
tutto a tutti, sapendo bene che resteranno sulla carta.
X Disperdere energie e
risorse su tante iniziative contemporaneamente, senza portarne a termine
nessuna.
X Credersi più bravi,
più capaci e più intelligenti degli altri solo perché si sono vinte le
elezioni.
X Non essere
disponibili al dialogo con la città.
X Non dire la verità, dare risposte evasive, non essere disposti a riconoscere gli errori eventualmente
commessi e non essere disponibili a dimettersi quando se ne fanno di gravi.
* * *
Non abbiamo finora
scritto la parola “onestà”:
è solo perché la riteniamo una
precondizione scontata e imprescindibile. Non faremo questioni di certificati
penali (che arrivano sempre dopo e che talvolta mettono nei guai persone
perbene). Siamo in una piccola città, dove bene o male direttamente o indirettamente,
ci si conosce tutti: quindi, semplicemente, tra noi non ci sarà nessuno che non possa camminare a testa alta tra i
suoi concittadini.
* * *
Questa è la nostra proposta per San
Donato, che è fatta per essere arricchita e migliorata con il Vostro contributo
e la Vostra partecipazione e li attende. Noi ci impegniamo a mettere a
disposizione della città il nostro tempo, le nostre capacità, il nostro
entusiasmo, il nostro senso civico.
Grazie.
Bene. Direi che partire da ciò che normalmente, ma a mio parere erroneamente, si considera accessorio, sostanza che viene quasi sempre posta come un di più rispetto alla funzionalità delle cose, parlo della bellezza, è un gran bel viatico. Credo sia urgente abituarci e abituare al principio che la bellezza è essa stessa funzione, io oserei, la prima funzione se non fosse per evitare etichette...
RispondiEliminaUn progetto che ha già chiaro questo principio merita di essere proposto, magari realizzato se agli intendimenti dei promotori seguirà il placet della cittadinanza.
Intanto i miei complimenti per aver utilizzato e valorizzato una parola di cui si è spesso snaturato il suo più profondo significato.
Saluti a tutti
Francesco
Mi pare che nel vostro manifesto ci sia scarsa attenzione per il tema della sicurezza. Eppure è una delle questioni più sentite dalla cittadinanza.
RispondiEliminaCiao. Poco spazio fisico senz'altro; scarsa attenzione no. Il motivo è che sulla sicurezza non vorremmo dare risposte "facili" e che poi alla fine lasciano il tempo che trovano: sia perché alla fine si rivelano irrealizzabili, sia perché dopo un periodo di grande visibilità iniziale alcune iniziative finiscono nel dimenticatoio, sia perché sappiamo tutti che un Comune non ha molti poteri in materia di sicurezza. Per questo sul tema sicurezza sarebbe davvero bello riuscire a raccogliere proposte a vasto raggio dai cittadini. Oggi si stanno diffondendo le reti di allarme di quartiere via whatsapp. E' un'esperienza che pare interessante. Come l'Amministrazione comunale potrebbe essere concretamente d'aiuto ad iniziative di questo tipo? Sono graditi contributi sul tema.
RispondiEliminaGrazie